9 OTTOBRE

Sala Shakespeare
ore 20.30

COMPAGNIA ZAPPALÀ DANZA

LA NONA | DAL CAOS, IL CORPO

coreografia e regia Roberto Zappalà 

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ROBERTO ZAPPALÀ

«L’Etna, con i suoi borbottii e colori scuri, ispira da sempre il coreografo siciliano, che ha scelto di vivere e lavorare a Catania e qui, con tenacia, ha realizzato la sua Utopia artistica e umana. La sua è stata una metaforica corsa da fondista, di quelle in cui tenacia, fiato, tensione verso il traguardo si sposano a una non comune capacità di resistenza».

Silvia Poletti, The good life

ph Serena Nicoletti

3° step del progetto Transiti Humanitatis

un progetto di Nello Calabrò e Roberto Zappalà

musiche Ludwig Van Beethoven Sinfonia n. 9 op. 125

nella trascrizione per due pianoforti di Franz Liszt

coreografie e regia Roberto Zappalà

pianoforte Luca Ballerini e Stefania Cafaro

soprano Marianna Cappellani

interpretazione e collaborazione alla costruzione i danzatori della Compagnia Zappalà Danza:

Maud de la Purification, Filippo Domini, Alain El Sakhawi, Marco Mantovani, Sonia Mingo, Gaetano Montecasino, Camilla Montesi, Adriano Popolo Rubbio, Fernando Roldan Ferrer, Claudia Rossi Valli, Alberto GnolaValeria Zampardi

testi a cura di Nello Calabrò

scene, luci e costumi Roberto Zappalà

assistente scene e costumi e realizzazione Debora Privitera 

assistente alle coreografie Ilenia Romano

direzione tecnica Sammy Torrisi

produzione e management Maria Inguscio

ufficio stampa Veronica Pitea

produzione Scenario Pubblico Compagnia Zappalà Danza -Centro di Produzione della Danza

in collaborazione con ImPulsTanz – Vienna International Dance Festival (Vienna) Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Garibaldi / Unione dei Teatri d’Europa (Palermo) Teatro Massimo Bellini (Catania), con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Siciliana Ass.to del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo.

PREMIO DANZA&DANZA 2015 “Produzione Italiana dell’Anno”

durata 70′

Al suo debutto nel 2015 ha vinto il Premio Danza&Danza come “Produzione Italiana dell’anno”. Del capolavoro di Beethoven, Zappalà non usa la versione originale ma la bellissima trascrizione per due pianoforti di Liszt e la trasforma in un inno alla fratellanza. In scena i danzatori, due musicisti e un soprano. «Un iperuranio limpido dove simboli delle differenti fedi si accumulano facendo da sfondo a dodici danzatori, spiriti danzanti in transito» (Sipario). La danza che si fa sempre più ravvicinata «per esplodere in un ensemble di potente fisicità dove i baci, sull’Inno alla gioia suggellano la perduta e ritrovata armonia dell’umanità. Sono i corpi nei loro fremiti e sussulti, a farsi mappe di ricerca interiore, d’ombra e di luce, di paure e speranze, di tristezza, gioia, violenza, dolcezza. Fino alla conquistata gioia spirituale» (il Sole 24 ore).

Twelve dancers, two musicians and a soprano.
The masterpiece of Beethoven consigned to the pure and energetic dance of Zappalà turns into a hymn
to brotherhood. «A clear hyperuranium where symbols of different faiths accumulate becoming a backdrop for twelve dancers, dancing spirits in transit» (Sipario).

 

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