9 OTTOBRE

Sala Fassbinder
ore 21.00

FATTORIA VITTADINI

Salvaje

coreografia Daniel Abreu | ACQUISTA | PRENOTA

prima nazionale

FATTORIA VITTADINI

«Fattoria Vittadini è una delle realtà più interessanti e coraggiose nate negli ultimi anni. La buona sorte, si sa, arride a chi osa e l’irrefrenabile attività del gruppo sta dando frutti».

Marinella Guatterini, Il Sole24Ore

 

ideazione, regia, coreografia, allestimento scenico, costumi, colonna sonora Daniel Abreu

creazione, interpreti Chiara Ameglio, Noemi Bresciani, Vilma Trevisan

luci Irene Cantero

direzione tecnica Giulia Pastore

produzione Fattoria Vittadini

coproduzione Torinodanza, Les Halles de Schaerbeek

in collaborazione con Arteven Circuito Teatrale Regionale Veneto, Teatro Comunale Città di Vicenza, AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali

con il supporto di Fondazione Cariplo

spettacolo programmato in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo – Circuito Regionale Multidisciplinare

prima ottobre 2016

 

durata 60′

 

Come ci si comporta quando si prova odio e come si può esprimere per immagini la sua forza così travolgente?
Tutto può trasformarsi in avversione e poi nel suo contrario: le contrazioni e contraddizioni muscolari, l’opposto di ogni simbolo, l’incomprensione, la non accettazione. Se siamo capaci di odiare, ci connettiamo con l’altro che diventa l’oggetto del nostro sentimento ma, cambiando la percezione, qualcosa può cambiare anche in noi. Nella composizione del coreografo Daniel Abreu, nato a Tenerife, tre interpreti femminili raccontano questa forza primigenia, innescando un impulso distruttivo in cui emerge l’idea di strumentalizzare l’altro da sé. L’odio prende vita in un insieme di figure che mettono
in discussione la sua idea originaria e ne esprimono l’essenza al di là di ogni morale.

How do you behave when you hate and how can you express such an overwhelming energy? Everything can turn into its contrary. Three dancers show us that when we hate we also connect
with each other, and the other one becomes the object of our feeling, by changing perception, something inside us can change us as well.