Sala Shakespeare
ore 20.30
FABRIZIO FAVALE
«Fabrizio Favale è coreografo poeta. La sua danza è capace di dare alla tecnica voce filosofica e interiore. Non c’è storia: è fatta di intrecci, di “imitazioni” del vento, della natura,
del movimento degli animali, di impalpabili eppure concretissime variazioni atmosferiche, di ghirigori rapinosi».
Massimo Marino, Corriere della Sera
ideazione e coreografia Fabrizio Favale
interpreti Martin Angiuli, Daniele Bianco, Vincenzo Cappuccio, Martina Danieli, Andrea Del Bianco, Fabrizio Favale, Francesco Leone, Stefano Roveda
musiche composte e eseguite dal vivo Daniela Cattivelli
scene e luci Fabrizio Favale, Andrea Del Bianco
tecnica Andrea Acciai
maschere di sabbia vulcanica recuperata sulle pendici dell’Eyjafjallajökull, Islanda, settembre 2014 Fabrizio Favale, Alberto Trebbi
sassi dell’appennino tosco-emiliano, affumicamento di maschere e vestizione di danzatori Andrea Del Bianco, Fabrizio Favale
con il contributo di MIBACT, Regione Emilia-Romagna
con il supporto di Ater Danza, Habitat, Crexida/Fienile Fluò e AtelierSì
spettacolo invitato alla Biennale de la Danse de Lyon 2016
durata 55′
Paesaggi rocciosi spazzati dal vento. In natura le forme restano incompiute o danno origine ad altre forme prima di raggiungere quella che ci si aspettava. Su questo sentiero si muove Ossidiana, spettacolo invitato alla Biennale de la Dance de Lyon 2016. Un lavoro che crea al suo interno innumerevoli accadimenti prima che i precedenti siano conclusi. Gli otto danzatori, come sospesi su altopiani desertici, si muovono in un’atmosfera arcaica ed intima, «una fiamma fatta di corpi, di mani, di braccia. Un vento che trascina e trattiene. Un sollevarsi all’essenza» (Corriere di Romagna). Una simultaneità, dove tutti sono impegnati a innescare e disinnescare le cose e che, di volta in volta, trascolora in pura materia coreografica, in live electronics concert e in travestimenti con le sabbie dell’Eyjafjallajökull. «Una danza quasi sacra, densa di pensiero e mai superflua, un ricamo volatile e tanto più prezioso» (Danza&Danza).
Ossidiana is a work apparently suspended on desert highlands: eight dancers create in a continuous flow of movement an archaic and intimate atmosphere. «A kind of dance that recalls rituality, reflection, like a precious and volatile embroidery» (Danza & Danza).