Sala Fassbinder
ore 21.00
ARIELLA VIDACH
«La danza è “come salvarsi da una caduta”, mantenendo un legame con la dimensione fisica, creativa e spirituale».
Ariella Vidach
ideazione e regia Claudio Prati, Ariella Vidach
coreografia Ariella Vidach
interpreti Gloria Dorliguzzo, Federica Esposito, Manolo Perazzi
programmazione robotica Massimiliano Davì / MAXeffects
disegno sonoro e programmazione audio Alessandro Perini
programmazione max-msp Paolo Solcia
grafica interattiva e visiva Sebastiano Barbieri
scene Claudio Prati
costumi AiEP
produzione AiEP
coproduzione FIT Lugano / Festival MilanOltre / IAC Malmoe
con il sostegno di Regione Lombardia, Comune di Milano, DAC Lugano, DECS Canton Ticino/Swisslos
durata 50′
Un tracciato di scarti tra presente e futuro, una mappatura di echi e risonanze mettono a nudo la relazione tra uomo e macchina, tra biologia e robotica, due mondi alla ricerca di un equilibrio che si rivela attraverso il delicato processo di attenzione e d’ascolto. Variazioni ritmiche, accenti e sospensioni che rimandano a gesti rituali.
Un ensemble di danzatori dialoga indirettamente con un braccio meccanico dotato di un occhio- telecamera (kinect) e di un videoproiettore. Attraverso un sofisticato sistema di programmazione, l’automa codifica i movimenti dei performer, entrando in relazione con essi e proiettando le sequenze in un estraniante gioco di rallentamenti.
La relazione tra spazio scenico e realtà aumentata, tra uomo e automa, determina un nuovo scenario visivo, musicale e coreografico.
A trace of residues between present and future. A map of echoes and resonances reveals the relationship between man and machine. Between biology and robotics: two worlds seeking a balance that is shown through the gentle process of attention and listening. Rhythmic variations, accents and suspensions blend with gestures that refer to rituals.