Sala Shakespeare
ore 20.30
ROBERTO ZAPPALÀ
«L’Etna, con i suoi borbottii e colori scuri, ispira da sempre il coreografo siciliano, che ha scelto di vivere e lavorare a Catania e qui, con tenacia, ha realizzato la sua Utopia artistica e umana. La sua è stata una metaforica corsa da fondista, di quelle in cui tenacia, fiato, tensione verso il traguardo si sposano a una non comune capacità di resistenza».
Silvia Poletti, The good life
coreografia e regia Roberto Zappalà
interpreti Maud de la Purification, Antoine Roux-Briffaud
musica Pink Floyd, Elvis Presley, Luigi Tenco, José Altafini, Mirageman, John Cage, Sergei Prokofiev
cura dei testi Nello Calabrò
luci e costumi Roberto Zappalà
direzione tecnica Sammy Torrisi
management Maria Inguscio
produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza – Centro di Produzione della Danza
coproduzione Orizzonti Festival Fondazione
In collaborazione con Le Mouvement Mons Festival
con il sostegno di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione Siciliana Ass.to del Turismo, Sport e Spettacolo
prima nazionale 5 agosto 2016 Orizzonti Festival, Chiusi
durata 60′
conduce Alessandro Pontremoli con Roberto Zappalà e Stefano Tomassini
Sala Shakespeare, al termine dello spettacolo
La sfocatura è una questione di distanza. Ci sentiamo sfocati quando “percepiamo” che la distanza tra noi e il mondo, tra noi e l’amato non è quella giusta e crediamo di essere troppo vicini o troppo lontani.
Paura e desiderio governano questi Romeo e Giulietta che, danzando sulle musiche dei Pink Floyd, di John Cage e di Sergei Prokofiev, imparano a guardare dentro di sé. Si sintonizzano nella stessa direzione restando liberi nella loro essenza: «è la coreografia della leggerezza, della tenerezza e della forza di mescolarsi per andare oltre il proprio corpo, essere uno ed essere due, restare io e te e diventare noi. L’importanza del lavoro diretto da Roberto Zappalà è nella dolcezza del tratto, un pastello fatto con i colori della terra, con cose vere che puoi toccare» (Pac). Un Romeo e Giulietta che non vuole parlare d’amore ma essere un atto d’amore verso la vita.
A Romeo and Juliet conceived not to talk about love but to be an act of love for life. «A choreography that is lightness, tenderness, meant to push the body beyond and be one, and be two, remaining me and you, and becoming us. A tableau made with the colors of the earth, with concrete things that you can touch» (pac.net).