coreografia e regia Roberto Zappalà
ROBERTO ZAPPALÀ
«L’Etna, con i suoi borbottii e colori scuri, ispira da sempre il coreografo siciliano, che ha scelto di vivere e lavorare a Catania e qui, con tenacia, ha realizzato la sua Utopia artistica e umana. La sua è stata una metaforica corsa da fondista, di quelle in cui tenacia, fiato, tensione verso il traguardo si sposano a una non comune capacità di resistenza».
Silvia Poletti, The good life
coreografia e regia Roberto Zappalà
musica originale eseguita dal vivo Puccio Castrogiovanni/Lautari
altre musiche Dire Straits, Rosario Miraggio, Gustav Mahler, Burt Bacharach
drammaturgia Nello Calabrò, Roberto Zappalà
testi Nello Calabrò
interpreti Adriano Coletta, Alain El Sakhawi, Alberto Gnola, Salvatore Romania, Antoine Roux-Briffaud, Fernando Roldan Ferrer, Massimo Trombetta, Valeria Zampardi
musicisti Lautari: Gionni Allegra, Puccio Castrogiovanni, Salvo Farruggio, Peppe Nicotra,
scene e luci Roberto Zappalà
costumi Marella Ferrera, Roberto Zappalà
assistente ripetitrice Ilenia Romano
realizzazione scene e costumi Debora Privitera
regia video Nello Calabrò, Roberto Zappalà
interprete del video Carmen Consoli
direttore tecnico Sammy Torrisi
ingegnere del suono Gaetano Leonardi
direttore di produzione e tour manager Maria Inguscio
coproduzione Scenario Pubblico/ Compagnia Zappalà Danza Centro di Produzione della Danza, Teatro Stabile di Catania
in collaborazione con Festival MilanOltre
la compagnia è sostenuta da MIBAC e da Regione Siciliana Ass.to del Turismo, Sport e Spettacolo
vincitore Premio Danza&Danza 2009 Miglior Spettacolo Italiano
ripresa dello spettacolo in occasione dei 10 anni dal debutto, per il progetto Antologia di Roberto Zappalà
debutto Teatro Stabile di Catania, 6-10 febbraio 2019
durata 75′
Una Sicilia tra fascino, misticismo e cruda realtà. La danza viscerale di Roberto Zappalà ritrae l’ambivalenza della processione di Sant’Agata a Catania, tra sacro e profano, spiritualità e illegalità. La delicata chitarra di Carmen Consoli in video ripropone in chiave rock il celebre canto delle monache Clarisse, la musica dal vivo dei Lautari, l’evocativo fondale di 1600 reggiseni cuciti e appesi insieme e sette uomini che portano “in trionfo” il corpo della Santa, fanno da controcanto al paradosso del messaggio insito nel titolo. Una riflessione laica sui fondamentalismi ma anche uno spettacolo pop, dal «linguaggio fisico machista, testosteronico, volutamente selvaggio, ossessivo, e in genere una danza molto energetica» (Anna Bandettini, la Repubblica) ma anche lirico, filosofico e civile.
«Lo spettacolo non è solo un avvincente pezzo di teatrodanza, nel quale otto bravi interpreti alternano la solenne lentezza processionale ad esplosivi impeti gestuali; è anche uno studio antropologico sulle degenerazioni trashiste della festa, nonché un potente atto di accusa contro le ingerenze criminose sull’organizzazione, che sono state oggetto di un procedimento giudiziario. Nella trasposizione coreografica il culto di Sant’Agata è un affare per soli uomini. Zappalà costruisce un affresco potente. Se il teatro deve saper cogliere e trasfigurare poeticamente fatti e misfatti del nostro tempo A.semu tutti devoti tutti? è un’opera esemplare.» Roberto Giambrone, Il Sole 24 ore
The choreography of Roberto Zappalà dedicated to the bewitching figure of Sant’Agata, protector of Catania, deals with the relationship of the city with religious devotion, with transcendence, with the sacred and with football and sports fanaticism. A peculiar work, of great emotional and visual impact that makes you uncomfortable and refers to sizzling issues, reporting about Mafia implications that affect even the most popular religious celebrations. The procession of Sant’Agata in Catania, between believers and tourists, collects more than one million people from all over the world every year.