coreografia e regia Roberto Zappalà
Roberto Zappalà
«L’Etna, con i suoi borbottii e colori scuri, ispira da sempre il coreografo siciliano, che ha scelto di vivere e lavorare a Catania e qui, con tenacia, ha realizzato la sua Utopia artistica e umana. La sua è stata una metaforica corsa da fondista, di quelle in cui tenacia, fiato, tensione verso il traguardo si sposano a una non comune capacità di resistenza».
Silvia Poletti, The good life
Foto di Sara Meliti
parte del progetto Transiti Humanitatis
da un’idea di Nello Calabrò e Roberto Zappalà
musiche Johannes Brahms, Pan America, Scott Walker, Sunn 0))) & Boris
interpreti Adriano Coletta, Filippo Domini
luci e scene Roberto Zappalà
disegno costumi Veronica Cornacchini e Roberto Zappalà
realizzazione costumi e scene Debora Privitera
direttore tecnico Sammy Torrisi
ufficio stampa Veronica Pitea
management Maria Inguscio
dal progetto Liederduett (due episodi su Caino e Abele)
Liederduett é una co-produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza, Centro di Produzione della Danza e Bolzano Danza/Tanz Bozen in collaborazione con KORZO (Den Haag, NL) e MilanOltre Festival con il sostegno di MiBACT e del Turismo e Regione Siciliana Ass.to del Turismo, Sport e Spettacolo
Le ali sono attributo degli angeli, simbolo di fusione tra umano e volatile, terreno e celeste. Il progetto Come le ali, che si inserisce nella linea creativa inaugurata da Oratorio per Eva, nasce da una meditazione sulle figure di Caino e Abele, il secondo punto di approdo di una riflessione già incominciata con Corpo a Corpo (1° meditazione su Caino e Abele), presentata l’anno scorso a MilanOltre: come sarebbe il mondo se privato della violenza fratricida originaria? La risposta a questo interrogativo si articola in un’indagine sulle possibilità di legame, di condivisione e coesistenza pacifica tra gli organismi viventi, animali e vegetali.
Le-ali possono essere i rapporti tra essere umani, attraverso una simbiosi che è utopia possibile, tentativo di convivenza. E cosa c’è di più forte e più immediato, per mettere in scena questa ricerca, della metafora dell’unisono, del simultaneo, del sincronico generata dai corpi nella danza. Della simbiosi di soggetti danzanti che, con il proprio movimento, si tramutano in nuovo organismo biologico.