coreografia Simona Bertozzi
Ph. Gus Bo
SIMONA BERTOZZI
Coreografa e danzatrice, dal 2005 è impegnata in un percorso autoriale di ricerca coreografica che la vede tra le realtà principali e maggiormente attive del panorama della danza contemporanea indipendente in Italia.
Nei suoi lavori il linguaggio del corpo risente della compenetrazione di pratiche, pensieri e ricerche che fanno dell’atto creativo un sistema multiforme e volto a misurarsi con la contemporaneità.
Negli anni numerosi e pregiati circuiti nazionali e internazionali hanno sostenuto e ospitato i suoi progetti. Tra questi: Prometeo (2015-2016), Anatomia (2016), And it burns, burns, burns (2016), Joie de vivre (2018), ILINX don’t stop teh dance.
Dal 2014 il percorso di creazione si è rivolto anche a giovani interpreti, coinvolgendo bambini e adolescenti. Parallelamente all’attività di creazione, si occupa anche di percorsi di alta formazione e collabora con ricercatori e studiosi di arti performative.
Nel 2019 vince il Premio Hystrio Corpo a Corpo e il Premio ANCT (Associazione Nazionale Critici di Teatro).
NEXT – NEW ENSEMBLE XENIA TURIN
Approdo naturale del percorso più che ventennale di una tra le più prestigiose formazioni dedite al repertorio contemporaneo in Italia, lo Xenia Ensemble, che ha collaborato con i più illustri compositori dei nostri giorni e con molti importanti esecutori, tra cui Arvo Pärt, Sofia Gubaidulina, Frangis Ali-Zadeh, Alexander Balanescu, Hilliard Ensemble, Rohan De Saram, Lorna Windsor, Giya Kancheli, James Macmillan, Gerald Barry, Alexander Raskatov.
Il quartetto ha partecipato ad alcuni dei festival più prestigiosi a livello internazionale e presso
importanti istituzioni, tra questi vi sono Ravenna Festival, Cité de la Musique di Parigi, Holland Festival di Amsterdam, Art Square Festival di San Pietroburgo, Asiagofestival, Icebreaker Festival di Seattle, Festival Mito Settembre Musica, Fondazione Gulbenkian di Lisbona.
Foto di Sara Meliti
progetto Simona Bertozzi e Claudio Pasceri
programma musicale
L.v. Beethoven, Die Grosse Fuge op 133 per quartetto d’archi
Riccardo Perugini, Ad Io per violoncello ed elettronica*
Wolfgang Rihm, Zwischen den Zeilen per quartetto d’archi**
*Prima esecuzione assoluta. Commissione EstOvest 2020
**Prima esecuzione italiana
librettista Leonardo De Santis
interpreti Giulio Petrucci, Manolo Perazzi, Sara Sguotti, Oihana Vesga, Simona Bertozzi
musiche NEXT, New Ensemble Xenia Turin
Adrian Pinzaru, violino
Eilis Cranitch, violino
Enrico Carraro, viola
Claudio Pasceri, violoncello
luci e set spazio Giuseppe Filipponio
costumi Katia Kuo
organizzazione e promozione Monica Aranzi, Irene Bertolina e Beatrice Capitani
coproduzione Torinodanza Festival / Teatro Stabile Di Torino – Teatro Nazionale – Nell’ambito del progetto “Corpo Links Cluster”, sostenuto dal programma di cooperazione Pc Interreg V A – Italia – Francia (Alcotra 2014-2020), EstOvest Festival, Nexus e MilanOltre
con il contributo di MiBACT, Regione Emilia Romagna, Compagnia di San Paolo, Regione Piemonte, Comune di Bologna in collaborazione con Lavanderia a Vapore – Centro di Residenza Coreografica, Ateliersi Bologna
Tra le linee intende affermare la potenza di un incontro in cui coreografia e musica dialogano tra densità e svuotamento, tra apparizioni e fughe. Sulla scena, cinque danzatori e un quartetto d’archi a comporre una architettura di fisicità, tra gesto danzato e sonoro, che si dipana sulla dimensione del limite.
Nell’andamento coreografico così come nella struttura musicale, dalla Grande Fuga di Beethoven, attraverso la tessitura di Peurgini, fino all’intermittenza di Rihm, il limite appare come una esperienza di sconfinamento, di libertà, ma anche di vulnerabilità , che mobilita le prospettive di accordo e relazione tra i corpi, evocando scenari di turbamento e riconfigurazione del rapporto tra soggetto e collettività.
Sulla mutevole e contrastata tessitura delle azioni, tra evidenze e fluttuazioni, si innestano inedite occasioni di ascolto e ossigenazione delle distanze, per rimarcare, tra la contingenza dei corpi e il tempo esteso delle visioni, una prossimità energetica che muta le sue forme nel farsi pneuma e respiro comune.
Il gesto individuale appare reiterato e in continua ricostruzione evidenziando una mescolanza di provenienze e proiezioni che trovano nell’andatura contrastata della partitura di Beethoven il grado maggiore di presenza e compenetrazione. Si ricerca un vocabolario comune che possa testimoniare i diversi gradi di presenza e diversità.
L’incontro chiede di essere esatti, di quella esattezza che sorprende un attimo prima di essere compresa. E sembra emergere dall’invisibile. Tra le linee, appunto.