FABRIZIO FAVALE
«Fabrizio Favale è coreografo poeta. La sua danza è capace di dare alla tecnica voce filosofica e interiore. Non c’è storia: è fatta di intrecci, di “imitazioni” del vento, della natura, del movimento degli animali, di impalpabili eppure concretissime variazioni atmosferiche, di ghirigori rapinosi».
Massimo Marino, Corriere della Sera
ideazione e coreografia Fabrizio Favale
interpreti Daniele Bianco, Vincenzo Cappuccio
set, costume e video effects First Rose
musiche Alex Somers, Paul Corley, Sigur Rós
tour manager e promozione Andrea A. La Bozzetta
produzione KLm – Kinkaleri / Le Supplici / mk
co-produzione Festival MilanOltre
con il contributo di MiBAC, Regione Emilia Romagna
realizzato in residenza creativa presso ALASKA, un programma sperimentale a
cura di AMAT e Klm
durata 30’
Immerse in uno spazio vuoto e scintillante appaiono due figure non ben identificabili che danzano e costruiscono strani oggetti. Sono creature del sogno o animali che sognano?
Lute è lo scintillare della brace in un antico dialetto italico, uno spettacolo onirico e dai contorni sfumati, ricco di suggestioni visive. I corpi, sebbene umani, luccicano come minerali e si fanno territorio di ibridazione con altri possibili codici genetici. Il linguaggio che danzano è inventato, fonde diversi codici come per lanciare un messaggio a tutte le specie viventi, o per decriptare qualcosa nelle infinite possibilità del dire.
Questo lavoro porta lo spettatore in un non-luogo di meditazione. È il disegno di un piccolo e insensato arabesco, un enigma dedicato alla memoria di Alan Turing.
coreografia Fabrizio Favale
set, costumi, scene First Rose
danzatori Martin Angiuli, Daniele Bianco, Vincenzo Cappuccio, Martina Danieli, Francesco Leone, Mirko Paparusso
direzione di scena, collaborazione e assistenza Andrea Del Bianco, Andrea La Bozzetta
musica Alex Somers, Sigur Rós, M83
co-produzione Festival MilanOltre, KLm – Kinkaleri / Le Supplici / mk
con il contributo di MIBAC / Regione Emilia-Romagna
con il sostegno di h(abita)t – Rete di Spazi per la Danza / Sementerie Artistiche, Crevalcore / Teatro Consorziale di Budrio
durata 45′
THE WILDERNESS è una rapida e leggera successione di 13 danze in un ambiente artefatto e vagamente psichedelico. L’impressione è che queste danze arrivino da lontano, da mondi esotici. E di fatto lo sono. Tutte le danze di The Wilderness sono state create in ambienti lontani e talvolta ostili, nelle foreste, nella neve, in cave di sabbia… E ora le vediamo qui in teatro, come in seguito allo sbarco di un cargo proveniente dalle indie che trasporta rarità e animali fantastici.
Nelle loro instancabili variazioni queste danze descrivono un mondo che non c’è, eppure sembrano rimandare ora a strani neri ricami di volo di rondine; ora a disegni geometrici, sincronie e canoni come in uno sbocciare di frattali. Tuttavia un umore selvaggio a tratti si percepisce, come qualcosa di incontrollato che avanza e rigoglia dentro una cosa ordinata. È la terra selvaggia, the wilderness.
1 Intro
2 Dragonflies
3 Third Eye
4 Ibis Tanz
5 Frattale
6 Ice Fall
7 The Wilderness
8 Tornado
9 The Turing Machine
10 A simple canon
11 Away From Everything
12 Another language
13 Outro